Rapporto Osmed 2 – Due farmaci su tre consumati nel 2013 sono a brevetto scaduto (+ 7,7% su 2012)
FONTE F-mail: ANNO II – n. 26 7 Febbraio 2014
Tra gli altri dati contenuti nel Rapporto Osmed presentato ieri dall’Aifa, meritano certamente interesse quelli realti al consumo di medicinali a brevetto scaduto, che nei primi mesi del 2013 hanno costituito il 46% della spesa convenzionata erogata dal Ssn attraverso le farmacie pubbliche e private e il 65% delle dosi giornaliere ogni mille abitanti consumate.
Sia la spesa sia i consumi dei farmaci a brevetto scaduto sono aumentati rispetto al 2012, rispettivamente del +4,9% e del +7,7%. A far registrare i maggiori incrementi nell’utilizzo sono state la Puglia (+10,9%) e la Basilicata (+9,7%). Viene dunque confermata la lenta ma progressiva “omologazione”, in materia di impiego di farmaci generics, della situazione italiana a quella che, dei Paesi più avanzati dell’Europa.
La percentuale di spesa per i farmaci equivalenti (farmaci a base di principi attivi con brevetto scaduto, ad esclusione di quelli che hanno goduto di una copertura brevettuale) è stata pari al 29,2% del totale dei farmaci a brevetto scaduto. La quota restante, cioè il 70,8%, è rappresentato dai brand che sono stati genericati.
La Toscana (50,8%), l’Emilia Romagna e l’Umbria (50,7%) sono risultate le Regioni con la maggiore quota di spesa per medicinali a brevetto scaduto.
Complessivamente, i primi venti principi attivi a brevetto scaduto rappresentano circa il 50% delle dosi giornaliere; il lansoprazolo continua a essere il principio attivo a brevetto scaduto a maggior spesa, seguito dal pantoprazolo, rispettivamente con una spesa di 196,8 e 195,2 milioni di euro.
Le Regioni in cui sono stati registrati i più elevati consumi di medicinali a brevetto scaduto sono state l’Umbria (68%), l’Emilia Romagna (67%) e la Toscana (66,6%), mentre l’incidenza più bassa è stata rilevata in Sardegna (61,5%), Basilicata (61,6%) e Molise (62,3%).