OSPEDALI, ANZIANI, FARMACI E RISCHI DI INAPPROPRIATEZZA TERAPEUTICA: DA DUE STUDI ITALIANI DATI E SPUNTI UTILI PER UNA RIFLESSIONE

Ospedali, anziani, farmaci e rischi di inappropriatezza terapeutica: da due studi italiani dati e spunti utili per una riflessione

Fonte: F-mail: NUMERO 194 – 11/11/2014

Quanto è esteso l’uso inappropriato dei farmaci nella popolazione anziana ospedalizzata? Come valutarlo? Per provare a rispondere a questi interrogativi, un gruppo di lavoro italiano composto da ricercatori del Centro Medicina dell’Invecchiamento dell’Università Cattolica Sacro Cuore  di Roma, dell’Italian national research center on Aging (Inrca) di Ancona, dell’Unità di Farmacoepidemiologia geriatrica di Cosenza e del Dipartimento di Scienze mediche dell’Università di Ferrara,  ha condotto un’analisi, nell’ambito del CRIME study (CRIteria to assess appropriate Medication use among Elderly complex patients) per analizzare  la prevalenza dell’uso potenzialmente inappropriato di farmaci (PIDU) in pazienti ospedalizzati anziani (età media di 80 anni).

Su una popolazione di 871 pazienti, è stata rilevata una prevalenza del 75% di uso inappropriato di farmaci; in totale sono stati individuati 37 casi (4,2%) di reazioni avverse ai farmaci e 57 casi (6,5%) di declino dello stato funzionale: per entrambi gli esiti, la percentuale era maggiore tra le persone in cui era stato rilevato il PIDU.

I farmaci usati più frequentemente in modo inappropriato sono risultati l’aspirina in pazienti senza una storia di eventi cardiovascolari, seguita dai neurolettici in pazienti con una storia di cadute, e gli oppiacei in persone con stipsi cronica, senza l’associazione di lassativi.

Un altro studio italiano del 2013, sempre condotto da un gruppo di ricercatori italiani del Dipartimento di Medicina sperimentale della  Seconda Università di Napoli, coordinati da Francesco Napolitano, pubblicato da PLOS One, aveva prodotto risultati non troppo dissimili. Condotta su 605 pazienti anziani ricoverati in ospedali per acuti, la ricerca aveva infatti rilevato la prescrizione di almeno un farmaco inappropriato in circa un terzo dei pazienti.

I  dati – opportunamente riproposti da un articolo pubblicato ieri in primo piano dal sito de Il Pensiero Scientifico -forniscono spunti per qualche  riflessione certamente non inutile sul problema dell’appropriatezza delle terapie farmacologiche. Che, evidentemente, non è solo una questione legata al luogo di somministrazione delle terapie.